Trovare lavoro sui social network è possibile? Pare di sì, anche se più che a coloro che sono in cerca di occupazione il social recruiting frutta alle aziende. Perché? Proviamo subito a spiegarvelo. Per trovare lavoro si possono utilizzare quattro social network, i più quotati: Facebook, Twitter, Google Plus e ovviamente Linkedin. Ovviamente perché quest’ultimo è un social network professionale nato con l’intento di creare connessioni prettamente lavorative. Procediamo in ordine d’importanza:

-  Linkedin, nato nel 2003, permette non solo di inserire annunci di lavoro ma anche di mantenere aggiornato il proprio profilo professionale e di costruire una pagina aziendale. Qui si può ambire a creare una brand reputation più seria rispetto ai social tradizionali, e oltretutto si possono pubblicizzare i propri prodotti e servizi. In Italia ha superato i due milioni di utenti ed è anche molto utilizzato per condividere contenuti propri o provenienti da altri social. Un po’ meno semplice da utilizzare degli altri e anche meno virale, perché usato mediamente da gente che ne capisce ed evita intrusioni nella propria vita professionale. Le grandi aziende lo utilizzano anche per aumentare la coesione all’interno del proprio team. Per essere attivi su questo social bisogna completare la propria pagina in maniera impeccabile se si vuole essere notati. Quindi prezioso strumento per il canale delle risorse umane, ottima risorsa per il web marketing aziendale, soprattutto delle PMI che vogliono crearsi un’identità anche all’ombra delle multinazionali. Per farvi seguire inserite il pulsante "Segui azienda" sul vostro sito, dopo aver creato il profilo della vostra azienda su Linkedin, come abbiamo fatto noi di Social Play, e fatevi seguire.

-   Facebook ha implementato l’applicazione “Lavora con noi”. Anche in questo caso più che un’opportunità concreta per le persone l’app sembra essere uno strumento per le aziende per auto-promuoversi, per far parlare i propri dipendenti tra loro, per far risaltare la propria cultura aziendale, il proprio modo di lavorare. Rispetto a Linkedin permette di creare comunicazioni più mirate ma al tempo stesso è più complicato rispondere a un’inserzione sul social di Zuckerberg. Le aziende poi possono costruire una propria Fan Page e qui seguendo i consigli che abbiamo già dato in un post precedente costruire la propria social reputation.

-  Twitter sembra incredibile ma, stando ai risultati di recenti indagini, è la piattaforma più incisiva nel campo del social recruitment. A un’azienda quindi serve costruirsi una propria rete di follower, al cui interno includere anche i dipendenti che possono fare una pubblicità positiva della mission aziendale. Costruire un annuncio su Twitter è più complicato perché deve essere contenuto in soli 140 caratteri, ma qui gli hashtag (parole o frasi precedute da # che etichettano argomenti molto cliccati e ne facilitano la ricerca) possono venire in vostro aiuto. L’immediatezza di questo social se da un lato è un pro dall’altro ci deve far trovare sempre con le antenne pronte a percepire il minimo disagio, mettendo riparo alle più piccole crisi, come anche a rispondere ad ogni richiesta o consiglio.

-  Google Plus, infine, anche se ultimo arrivato (e forse proprio per questo) propone varie soluzioni per crearsi un’immagine virtuale, perché oltre a condividere contenuti permette la costruzione di una pagina aziendale, che in quanto rientrante nella sfera del colosso di Mountain View avrà un benefit fondamentale: un gran bel posizionamento sui motori di ricerca. Il plus, è proprio il caso di dirlo, del digital branding su Google Plus è che invece che ai singoli individui puoi condividere i tuoi contenuti con le “cerchie”, insiemi di utenti che tu stesso hai raggruppato per interessi o per motivi di conoscenza.

Tirando le fila, sembra che i social si stiano evolvendo verso le aziende più che verso gli individui, tenendo bene a mente che dietro ogni grande azienda ci sono dei grandi individui. In questa differenziazione del servizio tutti ne possiamo trarre vantaggio. Gli utenti che possono e devono:

  1. Dimostrarsi attivi sui social, perché questi potrebbero dimostrarsi delle grandi opportunità lavorative;
  2. Fare attenzione a percepire ogni minimo cambiamento della socio-sfera che possa aiutarli a crescere professionalmente e quindi farne un uso più oculato, sfruttando i collegamenti giusti.

Le aziende, occhio e croce, vincono il round del social recruiting perché hanno la capacità di:

  1. Accrescere la propria brand reputation;
  2. Individuare i profili più adatti alle proprie posizioni lavorative vacanti;
  3. Consolidare la propria brand awarness;
  4. Allargare i propri contatti e i propri fan;
  5. Rafforzare i legami con i propri dipendenti.

Tutti questi macro-obiettivi ovviamente amplificano il ROI di un’azienda che prova a crearsi una reputazione virtuale, e voi che aspettate a farlo? Scegliete il mezzo più adatto a voi e manutenetelo in base agli obiettivi della vostra social media strategy. Otterrete dei risultati, misurabili.


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