In questi giorni va delineandosi un nuovo importante concetto che può aprire un mondo nel variegato panorama dei social. Un mondo economicamente vantaggioso. Si tratta dell’utilizzo di “social currency”, la cosiddetta “valuta sociale”, la nuova frontiera monetaria in un futuro sempre più sociale. Ad innescare questa novità il nuovo servizio di Twitter chiamato “Pay per Tweet”, che offre un oggetto in cambio di un tweet. Il caso è arrivato all’attenzione internazionale per l’iniziativa intrapresa a Londra da Kellogg’s. Per cinque giorni l’azienda famosa per i cereali ipocalorici ha aperto nel centro della City un Tweet Shop. Per gli avventori entrare in questo negozio ha significato vivere un’esperienza diversa dal solito. Innanzitutto questo pop-up store, comparso dal nulla in poco tempo e altrettanto velocemente scomparso, è stato concepito come creativa strategia di marketing per aggredire un nuovo segmento di mercato per l’azienda americana, quello degli snack salati. Per procurarsi una bustina dei nuovi cracker Kellogg’s, il cui costo era un semplice tweet, un cinguettio con obbligatoria menzione della casa produttrice e hashtag #tweetshop, bastava entrare nel negozio e mostrare alla commessa di aver twittato correttamente. L’idea era già stata utilizzata dalla ditta sudafricana “Bos”, che ha installato a Cape Town un distributore di bibite fresche, la prima Tweet Vending Machine, che non accetta pagamenti in monete ma in tweet con hashtag #bostweet4t.

L’intento commerciale sottinteso a questa mirata campagna di marketing non è solo quello di diffondere un prodotto, ma anche di aumentarne a macchia d’olio la visibilità attraverso i social network, che sono al momento gli amplificatori maggiori e i mezzi più utilizzati per la condivisione. L’azienda che propone questo scambio guadagna in termini di conoscenza del marchio, attenzione da parte dei consumatori, reputazione e quotazione nelle menti della gente. Dal canto suo il social network acquisisce nuovi introiti pubblicitari e cresce assieme al marchio per cui effettua la promozione. Potrebbe essere questa la risposta alla crisi mondiale? La svalutazione della moneta, almeno come mezzo di arricchimento personale, a fronte di un’attenzione maggiore ai valori è un fenomeno a cui i grandi brand aderiscono ormai sempre di più in massa e anche se l’intento finale è meramente commerciale, a quanto pare la strada per una nuova valuta, quella sociale, è tutta in discesa.


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