Per archiviare definitivamente la delusione degli Europei non ci resta che dedicare tutta la nostra attenzione all’altro evento sportivo dell’estate 2012: le Olimpiadi di Londra. Non a caso, infatti, queste sono state definite le prime “olimpiadi social” della storia. Quattro anni fa era tutta un’altra storia. A Pechino, nel 2008, Facebook non era ancora il colosso che è oggi e Twitter era soltanto un esile cinguettio. Quattro anni dopo la musica è cambiata e se non sei sui social non sei nessuno, soprattutto se sei un personaggio pubblico o se ti chiami Usain Bolt.

Il Comitato Olimpico Internazionale (Cio) tutto questo lo sa bene, ed è anche consapevole di quanto i Giochi possano essere più seguiti proprio sfruttando i social network. Così ha predisposto quello che ha chiamato “The Olympic Athletes’ Hub”, una sorta di aggregatore di social network che raccoglie tutto il materiale proveniente dalle pagine di più di mille atleti famosi. Cavalcare quest’onda però non conviene solo agli organizzatori. A chi s’iscrive, infatti, sono riservati contenuti particolari su come migliorare le proprie prestazioni sportive, video, chat live con gli atleti, oltre al collegamento diretto con il sito ufficiale della manifestazione altrettanto ricco di aggiornamenti Olympic.org. Ma non è tutto: per gli utenti è disponibile anche un divertente contest che si chiama “I copy you” e che consiste nel mimare una posa celebre di un atleta, fotografarla, twittarla con l’hashtag #olympics e avere così l’opportunità di vincere un viaggio a Londra durante le Olimpiadi. A questo si aggiunge una Fan Page di Facebook ufficiale, un account di Twitter, canali dedicati sui media e chi più ne ha…

Limitazioni…molto social

Ma il rovescio della medaglia esiste sempre. Ed i social si sa ne hanno molti. Il principale riguarda la pubblicazione di contenuti particolari: gli atleti non possono pubblicarne a fini commerciali (molti Paesi hanno addirittura proibito l’uso dei social durante lo svolgimento dei giochi, tra questi anche il Coni che l’ha esteso a familiari e entourage degli atleti per non favorire le scommesse), i volontari non potranno inserire elementi rubati ai dietro le quinte. Il Cio ha anche posto delle limitazioni sull’uso del linguaggio e sulla produzione di video, che non possono essere girati durante le competizioni ma solo alla cerimonia di apertura e chiusura.

Social advertising

Chi sta sfruttando a proprio interesse l’onda social sono i marchi commerciali, che hanno messo a punto delle campagne pubblicitarie non convenzionali davvero creative. Chi da qualche mese non ha notato il tv la campagna “Grazie di cuore mamma” della Procter&Gamble, che non è una tardiva celebrazione della festa della mamma, quanto piuttosto una constatazione del fatto che dietro al successo di molti atleti c’è tutto l’amore e la forza di volontà di madri eccezionali. Panasonic ha, invece, usato più propriamente i social per farsi pubblicità, lanciando l’applicazione “Flag Tag” che modifica il viso dell’utente con una sorta di effetto body painting del volto. Oggetto della trasformazione è ovviamente la bandiera della propria nazione di appartenenza, simbolo del senso patriottico.

Tutto questo riguarda solo la fase preliminare dei Giochi. Tutto lascia presuppore che dal 27 luglio al 3 agosto ne vedremo delle belle e non solo negli stadi di Londra!


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