Il Papa approda su Twitter e si scatena il diluvio di parole universale. Perché se il pontefice decide di entrare a far parte del mondo dei social network vuol dire che i social sono diventati una potenza in tutti i sensi. Tanto che anche il Vaticano non può non farne parte. Allora da oggi, per contattare il grande e variegato popolo cristiano Benedetto XVI potrà utilizzare i famosi cinguettii. Con alcune distinzioni, però, dal senso originale dei social, che non bisognerebbe sottovalutare.

Perché @pontifex non potrà avere followers, cioè non seguirà nessuno, mentre ogni minuto che passa dal suo lancio viene seguito da milioni di persone. Il papa poi, ovviamente, non inserirà tweets personali ma solo messaggi inerenti la fede, alimentando diciamo un account tematico, e lo farà solo in un determinato momento della settimana, almeno per ora, durante l’Angelus del mercoledì. Benedetto XVI non inserirà direttamente i tweets, come le grandi star avrà qualcuno che si occupa di questo servizio, però ha assicurato che li leggerà. Inoltre non risponderà a tutti in qualsiasi momento, ma solo a domande preinviate a #askpontifex. Se ci rifacciamo a queste piccolezze sembra di essere tornati un po’ indietro, ad una comunicazione one to many, mentre i social seguono il many to many come mantra esistenziale.

Vero è che questo del profilo Twitter è già di per sé una novità che tra l’altro sarà multilingue. A breve lo staff di Ratzinger lancerà anche un’app, “The Pope” per seguire in diretta discorsi e omelie del Papa, oltre che per inviare notifiche sulle attività degli organi di informazione vaticana. Come se non bastasse entro la fine dell’anno della fede, proclamato per quest’anno nell’anniversario del Concilio Vaticano II, verranno pubblicati sei ebook sull’argomento.

Che il Vaticano abbia deciso di aggiornarsi di botto? Certo è che la scelta è stata attentamente ponderata. Perché Twitter e non Facebook? Una scelta sicuramente più elitaria, che comunica immediatezza e che non invade necessariamente la sfera privata, che può permettere una maggiore permeabilità del messaggio in maniera più seria e professionale. D’altronde perché proprio un social network? Coinvolgere, partecipare, condividere da oggi non sono solo i verbi preferiti della social network generation quanto anche dei “papa social boys”. Una comunità quella cristiana cattolica già all’avanguardia da tempo nel campo della tecnologia. Hanno spopolato le app che permettono di scaricare la Bibbia per averla sempre a portata di mano o i salmi. Mentre negli Usa si sono sbizzarriti con le applicazioni per aiutare a praticare il sacramento della confessione e per richiedere il certificato di autentico cristiano. Anche in Italia molte associazioni cattoliche hanno già la loro app, le parrocchie la loro pagina Facebook, gli oratori il loro gruppo. Insomma il nuovo luogo di aggregazione della comunità religiosa mondiale sembra essere on-line, sui social network.


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