Nell’epoca della mancanza di certezze sembra che anche il mondo dei social network vada evolvendosi nella direzione dei network temporanei, luoghi in cui si condividono interessi o necessità passeggeri. E anche se è impossibile sbilanciarsi sin d’ora per identificare quale social prenderà il posto della creazione di Zuckerberg, l'onnipotente Facebook, i social temporanei riscuotono la loro larga fetta di successo.

Sonar, Highlight, Blendr, Kismet, Banjo sono solo alcuni dei nomi di queste nuove “piattaforme di prossimità” come sono state definite oltreoceano. Rispondono al bisogno di sapere se nei dintorni c’è qualcuno che fa la stessa cosa che faccio io e mi può far compagnia. Un’evoluzione del “nonlugo” che Augè identificava nei grandi centri commerciali e che oggi potrebbe essere tutto virtuale. In realtà sono semplici applicazioni per i-Phone e Android, con GPS incorporato, che si installano facilmente e ci avvisano con un messaggio se amici e conoscenti sono nei paraggi e potrebbero condividere un interesse con noi. Lo fanno sfruttando la rete di contatti di Facebook, che incrocia potenziali interessi in base ai Mi Piace che ognuno di noi ha cliccato nella sua vita digitale. Per alcuni il fenomeno è allarmante, perché per la prima volta dà una dimensione fisica al nostro comportamento sui social, con relativa discussione sul tema della privacy.

In Italia per ora il location-based social network più usato è Foursquare, strumento che sfrutta l’elemento della competizione per spingere le persone a conoscere al meglio un quartiere per ottenere badge virtuali e diventare “sindaco” di quel luogo. Il “sindaco” è la persona più attiva che condivide più link, che tiene una sorta di diario di viaggio aggiornato dei posti in cui è stato e che, cosa più importante per il business, esprimere opinioni e commenta. Qui la svolta: quale sarà il business del geo-social marketing? Anche Facebook ha un suo servizio di geo-localizzazione che si chiama Places e molte altre aziende ne hanno già fiutato le potenzialità. Intanto questi strumenti si moltiplicano. Saranno loro i social network del futuro?


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