Una tragedia è una tragedia e non può esser cancellata, ma a volte basta un piccolo gesto per stimolare quello spirito di solidarietà che aiuta a sentirsi meno soli di fronte alle più disastrose circostanze. I social network rappresentano, in questo senso, un veicolo importante e a dimostrarlo è ora la campagna “Genova nel Cuore”, innescatasi quasi inconsapevolmente dopo la triste vicenda del crollo del Ponte Morandi nel capoluogo ligure.  Ė bastato un post pubblicato dal Genoa Cricket and Football Club per generare uno straordinario coinvolgimento, una vera e propria dichiarazione d’amore che ha trasformato tre semplici parole in uno slogan ufficiale.  In occasione della seconda giornata di campionato, infatti, tutte le squadre di Serie A sono scese in campo con la scritta “Genova nel Cuore” stampata sulla maglietta. Non è mancato, inoltre, l’invito all’azione: la Lega Serie A ha annunciato di aver predisposto un fondo destinato alla popolazione genovese. Tutto il calcio italiano, quindi, ha scelto di giocare la partita della solidarietà: il Genoa, sempre attraverso i suoi canali social, ha contattato i club di Serie A chiedendo loro di inviare una foto della propria curva con gli striscioni dedicati alla città in lutto. Il risultato? Un album pubblicato sulla pagina Facebook della squadra. La condivisione dell’appello d’amore ha raggiunto anche i piloti di Formula 1 e i canali social della Yamaha, dove una chiara espressione di vicinanza alla città ha accompagnato la foto in cui Valentino Rossi regge il cartello con su scritto, appunto, “Genova nel Cuore”: «I nostri pensieri sono con le famiglie, gli amici e tutti coloro che sono coinvolti nella tragedia del ponte di Genova avvenuta il 14 agosto». Questo è lo sport che unisce e sfrutta le grandi potenzialità dei social per lanciare messaggi semplici ma degni di nota. Una foto, una frase, un’emoji: solo piccolissimi dettagli a portata di utente che non pretendono di lenire il dolore, ma testimoniano un senso di attaccamento che –si spera- nasca innanzitutto dal reale per poi amplificarsi nel virtuale.


#Social Play