Commenti sì, commenti no. La discussione su questo punto fondamentale dello sviluppo del web 2.0 si è fatta ultimamente molto accesa. La questione più stringente riguarda il mondo dell’informazione che soprattutto in Italia sembra indirizzarsi verso la soppressione di quella che fino a poco tempo fa era la forma più nobile per indicare l’interazione sul web.

Pare che i giornalisti dei grossi network non abbiano tempo per rispondere a tutti i commenti che sommergono ogni giorno le testate on-line e che soprattutto la maggior parte di queste tracce di democraticità lasciate online siano spazzatura o comunque irrilevanti. Allo stesso tempo la ragione d’essere del web 2.0 è coinvolgere gli utenti quanto più possibile, farli partecipare, renderli conformi allo spirito del sito, diventare protagonisti. Se si toglie questa possibilità, se la pagina diventa statica, il rischio è che si torni indietro ad una concezione ormai superata di World Wide Web. La contromisura più efficace affinchè questo non accada è applicare una moderazione sensata che escluda i troll, valorizzi gli spunti che arricchiscono la community e risponda in maniera celere anche alle crisi. Perché questo metro di giudizio diventi il mezzo per migliorarsi, per accrescere il proprio social business, per dimostrarsi aperti e all’avanguardia.

Anche Social Play sposa la causa dell’interazione al 100%, lasciando ai propri utenti la possibilità di dirci la loro sia tramite il plugin di Facebook (che non necessita di alcuna autenticazione, se non di connettersi tramite il proprio account Fb) che registrandosi, con l’inserimento della propria mail. Ai commenti verrà applicata una semplice moderazione per evitare che il sito s’intasi di spam, ma ogni spunto è bene accetto per costruire insieme una strategia di social media marketing che sia vincente.


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