Arrivati a questo punto diventa inevitabile parlare di hashtag. Croce e delizia di molti esperti di social hanno purtroppo spesso il problema di non essere capiti. Nati come una convenzione si sono diffusi a macchia d’olio tanto che al giorno d’oggi si fa a gara a creare un hashtag che faccia tendenza (stile questo: #Fasalirelospread, da un’ormai celebre esternazione del nostro premier). Ultimamente sono saliti ancora di più alla ribalta da quando Instagram, la nuova applicazione per fare e modificare foto tramite smartphone recentemente acquistata da Facebook, li utilizza. Proviamo allora a rispondere alle domande più comuni sull’argomento.

Cosa sono gli hashtag?

Gli hashtag sono uno strumento per aggiungere metadati e informazioni ai tweets. Avete presente i tag su Flickr o su Facebook? Sono il loro alter ego su Twitter. Sono nati nel 2007 per riunire tutti i tweet postati da Nate Ritter sull’incendio della foresta di San Diego che seguiva in diretta. Un metodo per velocizzare la ricerca, come anche per identificare un argomento e per riunire tweets che riguardano un argomento specifico. Nell’era del reporting attraverso Twitter questa pratica è esplosa prepotentemente.

Come si identifica un hashtag?

Basta inserire un semplice # davanti alla parola che vogliamo diffondere in maniera virale. Il cancelletto trasforma automaticamente la parola in una keyword con link attivo. Cliccando sull’hashtag (#parola) si possono visualizzare all’istante tutti i tweet sull’argomento condivisi fino ad ora. I tweet vengono visualizzati seguendo la logica LIFO (Last Input First Input), dal più recente al più vecchio. Esistono hashtag più efficaci di altri, detti deep hashtag, così specifici che permettono di restringere il campo di molto e quindi facilitare le ricerche. Gli hashtag che hanno una vita più lunga, perché più popolari, sono visualizzati da Twitter nell’area Trending Topics, visibile nella finestra “Tendenze” della vostra bacheca.

Quanti hashtag posso inserire in un tweet?

In teoria non c’è limitazione, ma purtroppo se se ne mettono molti non si capisce più niente.

Come usarli?

Si possono usare per spingere a parlare di qualcosa. I più famosi sono nati attorno a disastri naturali (come quello #terremoto, diffuso negli istanti successivi alle terribili scosse che hanno devastato l’Emilia), eventi particolari o interessi comuni (#smau per gli appassionati di informatica).

A cosa servono gli hashtag su Instagram?

L’applicazione per i-Phone e Android che consente di fare fotografie e condividerle, permettendo di commentare e lanciare nella socio-sfera scatti a volontà funziona tramite gli hashtag. In questo caso proprio come in Twitter questi cosiddetti “micro-memi” servono affinchè la foto venga classificata, commentata e condivisa da chi è alla ricerca di scatti particolari. Quest’applicazione acquista sempre maggiore popolarità tra i “socio-patici”, perché permette tramite l’utilizzo di particolari filtri di migliorare le foto scattate tramite i dispositivi mobili. Un’applicazione che a quanto pare saranno in molti a non dimenticare di portare in vacanza.


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